domenica 6 gennaio 2013

Svolta invernale dopo il 10 Gennaio: il 12-13 Gennaio. Una bolla d'aria gelida dall'Europa Centro-Orientale tenderebbe ad estendersi fin verso il Mediterraneo, con potenziali conseguenze perturbate e nevose.

SVOLTA INVERNALE DOPO IL 10 GENNAIO Novità importanti fervono per l'inizio della seconda decade del mese quando andranno a realizzarsi le prime parziale conseguenze di quel riscaldamento stratosferico imponente (Major Stratwarming), che produce lo snaturamento anche a livello troposferico del Vortice Polare (nient'altro che quel "motore" che contiene il grande gelo del Polo Nord), il quale viene così indotto a dislocarsi in latitudini non certo consone. La fase cruciale dovrebbe avvenire dopo il 10 gennaio, quando si andranno a creare i primi progressivi cenni di cambiamento: l'anticiclone inizierà a subire un tracollo sul Mediterraneo Centrale, mentre nel contempo crescerà in modo esponenziale il ruolo di un nucleo depressionario d'aria gelida (nocciolo del Vortice Polare) in costruzione sul comparto baltico-russo.NEVE E TEMPERATURE IN PICCHIATA - Inizialmente l'indebolimento dell'anticiclone sul Mediterraneo dovrebbe produrre interferenze temporanee d'aria umida (e non particolarmente fredda) d'origine atlantica. Solo a partire dal 12-13 gennaio si dovrebbe assistere alla formazione di una vera e propria depressione italica, capace di risucchiare masse d'aria sempre più fredde di matrice artico-continentale dall'Europa Nord-Orientale in progressione verso l'Italia. La retrogressione del lago d'aria gelida verso il nostro Paese dovrebbe essere indotto da una classica configurazione SCAND+, con l'isolamento di un'area anticiclonica tra il Regno Unito e la Penisola Scandinava. Le attuali proiezioni (da confermare) indicano elevate possibilità di neve a bassa quota in questa fase principalmente al Centro-Nord, con crollo termico più avvertito al Nord e parte delle regioni adriatiche. 
 META' GENNAIO, SCENARI DI GRANDE GELO - Una successiva incursione gelida ben più importante ed organizzata potrebbe fiondarsi dal Polo Nord nei giorni attorno al 15-18 gennaio in direzione del cuore dell'Europa Centro-Orientale. Sarebbe proprio questa la manifestazione più eclatante dello stratwarming, che potrebbe causare davvero gelo cruento su buona parte delle aree centro-orientali del Continente con temperature in ulteriore crollo. Parte di questa potente bolla gelida potrebbe catapultarsi con moto retrogrado anche verso l'Italia, se venisse confermato un impianto barico con una zona anticiclonica strutturata dalla Penisola Iberica al Regno Unito, a far da baluardo rispetto ai possibili inserimenti di disturbo d'aria più mite atlantica: si tratta ancora di un'eventualità tutta da verificare, al momento è troppo presto per ipotizzare l'entità dell'influenza gelida verso l'Italia. 
 GELO AD OLTRANZA? - Tutt'altro che esclusi scenari rigidi nella terza decade: un ipotetico aggancio tra la "wave 1 aleutinica" e la "wave 2 atlantica" sarebbe congeniale per il mantenimento del grande gelo in Europa, con ovvie possibilità d'ingerenze artico-siberiane fino alle nostre latitudini e possibili interazioni con interferenze d'aria atlantica a favorire la neve. Sarà quindi un autentico terremoto barico destinato ad avere ripercussioni prolungate, con rischi di una seconda parte dell'inverno rigida su parte d'Europa, ancor più se vi fosse un possibile "final warming" a fine mese. Da monitorare anche la MJO (Madden Julian Oscillation) che, qualora andasse in fase 7, incentiverebbe un maggior contributo Subtropicale sull'Oceano a mandare ancor più al tappeto il Vortice Polare. Gli ingredienti per una 2° parte di gennaio ricca di colpi di scena ci sono tutti, ma per il momento si deve andare passo passo, in quanto non è chiaro quanto l'Italia verrà coinvolta.

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