giovedì 4 febbraio 2010



Il "punto critico" del Nino è già stato raggiunto, la curva delle anomalie termiche oceaniche, che descrivono questo fenomeno, è oramai in calo, e, bisogna dirlo, i suoi effetti sul Nord Emisfero stavolta sono stati scarsi, a dispetto di tutte le previsioni.

Per quello che riguarda le temperature oceaniche in generale, stando ai dati GISS, esse hanno raggiunto il loro valore massimo di sempre nel Sud Emisfero, nell'anno 2009, grazie soprattutto al contributo di questo fenomeno periodico di riscaldamento delle acque equatoriali del Pacifico.

Si tratta di un valore un po' contestato, in quanto non trova riscontro in altre metodologie di calcolo, tuttavia è indubbio il riscaldamento mostrato nell'Emisfero Sud nello scorso anno. Così come è indubbio che tali anomalie siano in calo nel corso di questo inizio dell'anno 2010.

Anzi, dagli ultimi dati sembrerebbe emergere un certo calo delle anomalie del flusso di calore oceanico, a partire dall'anno 2005, dopo il grande aumento intervenuto tra il 1990 ed il 2005 stesso.

Tornando al Nino, la figura in allegato mostra come le anomalie oceaniche siano in fase di discesa, su tutte le parti oceaniche interessate da tale fenomeno. Il massimo termico è stato infatti raggiunto verso la fine di dicembre.

Particolarmente forte appare ancora il Nino nel settore 4, quello compreso tra 150 e 180° di longitudine ovest, mentre appare in forte calo sul settore 3, più orientale, dimostrando ancora una volta che il Nino del 2010 si è manifestato con una propensione molto occidentale.

Gli effetti climatici sul nostro Emisfero, una volta tanto, sono stati molto marginali, al contrario degli altri precedenti episodi degli ultimi vent'anni, che avevano visto stagioni invernali molto miti sul Mediterraneo.

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